Dettaglio Progetto |
Periodo : 2011 – Febbraio – Marzo 2011 |
M.E.R.T. Gioventù T.r.e.m.enda |
“M.E.R.T. Gioventù T.r.e.m.enda” – spettacolo-forum (Febbraio – Marzo 2011) Tematica: Conflitti tra gruppi sociali diversi – conflitto tra gruppi giovanili che si identificano nell’ambito degli stili musicali – individualismo e conformismo – incomprensione e difficoltà di dialogo tra adulti e giovani – Metodo: Laboratori di Teatro dell’Oppresso o Teatro delle Infinite Verità. Partner: Progetto realizzato nell’ambito dell’iniziativa “Di Testa Mia”. (bando regionale) Assessorato al Diritto della Salute – Regione Toscana – Azienda Sanitaria Firenze – Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano Firenze. Destinatari: Detenuti e detenute – Educatori – Forze dell’ordine del Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano Firenze. Una interclasse dell’ Istituto “Machiavelli” di Firenze che svolge un progetto di peer education presso il complesso. Luoghi dell’azione: Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano Firenze. Durata e momenti più efficaci: Il progetto si è articolato due fasi: una di preparazione e una di rappresentazione e confronto. FASE DI PREPARAZIONE: Da Febbraio a Marzo 2011 per la costruzione del laboratorio teatrale. In questa fase la compagnia teatrale volontaria, gruppo S.G.T., si è occupato di realizzare lo spettacolo attraverso il metodo del T.d.O. o T.d.I.V. (Teatro dell’Oppresso o Teatro delle Infinite Verità), presso i locali del Centro Giovani di Poppi. FASE DI RAPPRESENTAZIONE E CONFRONTO: 10 marzo 2011 – presso il Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano Firenze; rappresentazione rivolta ai detenuti e detenute, educatori, forze dell’ordine e una interclasse di studenti. Tutte le rappresentazioni teatrali saranno seguite da un’introduzione al dibattito nel quale avere un momento di scontro-confronto; immedesimandosi nel gioco teatrale e restituendo durante il forum. Obiettivi: Il progetto M.E.R.T. (che non è una parolaccia ma un acronimo: metallaro; emo; rapper; truzzo); propone di presentare attraverso il metodo del teatro dell’oppresso alcuni stereotipi giovanili e la chiusura su se stessi dei gruppi sopra citati. L’obiettivo è quello di fare conoscere agli adulti i gruppi sociali giovanili, al fine di favorire la comunicazione tra due generazioni sempre troppo distanti e creare una pacifica integrazione tra i vari gruppi giovanili nel rispetto delle varie identità. Inoltre aprire il dialogo su un argomento attuale e vivo per i giovani, rendendo i ragazzi protagonisti e non oggetto dell’intervento educativo, in modo da rafforzare i rapporti di fiducia ed aggregazione tra ragazzi e tra i ragazzi e gli adulti in ambito familiare e soprattutto con il pubblico adulto della Scuola e delle Istituzioni. |